La chitarra, il pianoforte, i fiati e le percussioni sono strumenti adatti alla liturgia?

Per una musica d'ascolto qualsiasi strumento può andare bene purché sia proporzionato fonicamente all'ambiente e adatto ad ottenere gli scopi desiderati.

In ambito liturgico l'organo a canne dispone di una gamma molto vasta di possibilità e può risultare vincente in molti casi. Ma è fuor di dubbio che anche altri strumenti, meno potenti ma più flessibili o più caratterizzati (a corde, a fiato, a percussione, pianoforte compreso), hanno la loro carta da giocare. Il problema è che troppo spesso si tende a considerare non adatto alla liturgia uno strumento solo perché culturalmente rimanda a particolari contesti umani e sociali. 

Ebbene la scelta degli strumenti è azzeccata, e quindi risultano adatti all'animazione del rito, quando il loro uso e la qualità dell'esecuzione entrano perfettamente nel senso e nello spirito di ciò che si sta celebrando. 
Dunque non esistono strumenti musicali non adatti alla liturgia

Scrive in Celebrare Cantando (1994) padre Eugenio Costa,  gesuita, musicista e liturgista:
"Pastoralmente sarebbe opportuno lavorare per disincagliare il più possibile tutti gli strumenti dalle secche di una etichettatura troppo rigida: è triste dover rinunciare all'apporto di strumenti appropriati soltanto in base a rifiuti viscerali e a intolleranze ingiustificate"
E’ dunque importante il “saperci fare” e la conoscenza delle caratteristiche e della significatività sonoro-timbrica degli strumenti (nel solo o/e nell’insieme), per saper impiegare quelli giusti, nel modo giusto, per un determinato rito.

D'altronde numerosi documenti ufficiali della Chiesa supportano questa tesi, così come lo stesso Sant'Agostino che a lungo si è dedicato allo studio degli strumenti musicali soprattutto per come vengono trattati nelle Sacre Scritture (con particolare riferimento agli strumenti a corda e a percussione): per lui ogni strumento esprime una particolare partecipazione dei fedeli all'unico canto di lode.  

E' evidente che solo chi unisce una preparazione musicale di tipo accademico ad una in ambito liturgico è in grado di operare in tal senso.